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Salame di Sant'Olcese

Salame di Sant'Olcese®

È uno dei più tipici prodotti della Liguria insaccato ancora oggi seguendo la tradizionale ricetta: per metà bovino e per metà suino, con i caratteristici dadetti di lardo, viene asciugato al fuoco di legna e successivamente stagionato nelle antiche cantine di casa Cabella.Il salame di Sant'Olcese® presenta al taglio un aroma fragrante ed un leggero gusto di aglio che ne accentua la delicatezza.

Storia del Salame di Sant'Olcese®

Non si hanno certezze sull'origine storica del Salame di Sant' Olcese, tuttavia non si può dubitare che esso sia anteriore al XIX secolo.Ricostruendo la genealogia della FAMIGLIA CABELLA, si varca infatti con facilità la soglia del 1800 e quindi l'era industriale. Fu durante lo stesso '800 che il Salame di Sant'Olcese conquistò il mercato genovese e che da prodotto polceverasco entrò prepotentemente nella quotidianità della cucina genovese. L'Attività economica del Salumificio Cabella coinvolgeva già dai primi del '900 non più solo le vallate circostanti, (Valle Scrivia, Val Bisagno, Valle Stura e la stessa Vallepolcevera) ma anche le zone del basso Piemonte che fornivano di ottime carni bovine i produttori locali.

Lavorazione del Salame di Sant'Olcese®

Ciò che caratterizza più di ogni altro fattore questo prodotto, è la sua composizione mista di carni suine e bovine che lo rendono unico nel genere dei salumi.Le carni bovine derivano da animali adulti che provengono dal Piemonte, ed in particolare dalle zone dell'Astigiano, dell'Alessandrino e del Cuneense.Tutti i capi abbattuti in Sant'Olcese appartengono alle razze: "Bianca Piemontese" e "Brunalpina" . Si tratta quindi di carni originarie esclusivamente, oltre che della stessa Liguria, di tutto il Nord - Ovest Italiano.Le parti suine invece provengono sia da zone del Piemonte che dell'Emilia - Romagna: esse compongono la parte grassa dell' impasto e sono in particolare lardello e pancetta.La modalità di produzione dell' insaccato sono cambiate ovviamente col progresso tecnologico, ma senza mutarne assolutamente le caratteristiche ed il sapore. Ciò che un tempo veniva insaccato manualmente, oggi avviene con l'ausilio di macchinari che impegnano pur sempre una ventina di dipendenti.

Legatura a mano del Salame di Sant'Olcese

La pratica più antica che si è conservata nel processo produttivo, è quella della legatura a mano, che presuppone una notevole abilità e specializzazione del personale ad esso preposto.

Essiccazione del Salame di Sant'Olcese

Durante l'essiccazione del salame viene ancor oggi applicato il fuoco a legna, al fine di conservarne il leggero gusto di affumicato. Non possiamo dimenticare poi tra gli aromi naturali l'aglio ed il vino bianco di Polcevera, altro prodotto locale piuttosto noto.

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Salame De.Co. Sant'Olcese®

l salame di Sant'Olcese a Denominazione Comunale viene prodotto esclusivamente con carni suine e bovine tagliate a coltello ed insaccate in budello naturale.

L'aglio locale pestato nel mortaio come un tempo, ed il pepe, sono gli unici aromi utilizzati che, insieme all'affumicatura a legna determinano un sapore antico.


Ogni salame è numerato e controllato da un'apposita commissione comunale che ne garantisce la qualità.

Prosciutto Cotto

Il prosciutto cotto da noi prodotto è il risultato di una lunga e tradizionale lavorazione che non viene più applicata da anni nei prosciuttifici industriali.

Tale metodo da un lato ci limita nella produzione, ma dall’altro ci consente di ottenere una qualità altamente superiore rispetto agli altri prosciutti in commercio.

La salatura in vena, la qualità delle cosce impiegate, e l’assenza di prodotti chimici alteranti le normali dimensioni del prodotto, garantiscono un aroma ed un gusto inconfondibilmente “antico”.

Bresaola

Grazie all'ottima qualità delle carni liguri- piemontesi ed alle sue caratteristiche estremamente dietetiche, la nostra bresaola può essere consumata in notevole quantità.

E' il prodotto più esportato dal Salumificio Cabella poiché si presta al palato di qualsiasi cucina nel mondo.

 

 

Galantina

Può essere definito il "prosciutto dei genovesi", grazie alla sua composizione pregiata di carni di vitello e maiale.

Caratteristica peculiare di questo prodotto è la sua delicatezza nel gusto e la presenza di aromi naturali particolari quali ad esempio i pistacchi.

 

Testa in Cassetta

Insieme al salame ed alla mostardella è uno dei prodotti più antichi.

L'impasto composto dalle parti di testa del maiale, viene cotto in calderoni e riposto in stampi.

E' un salume antico e tipico dell'entroterra genovese anche se la sua produzione è molto elevata ed il consumo diffuso anche fuori regione.

Mostardella

Si tratta di un prodotto derivato dal più famoso salame di Sant'Olcese e composto dalle parti di carne bovina più filacciose.
Considerato il salame dei contadini e del popolo, è un vero e proprio reperto archeologico della gastronomia genovese.

La mostardella viene abitualmente consumata come un salume crudo qualsiasi, tuttavia nella cucina popolare genovese essa viene scottata sulla graticola, adoperata in ricette assieme alle uova oppure come contenuto di gustose frittelle.

In primavera a Sant'Olcese oltre alla sagra del salame (25 Aprile) si svolge anche quella della MOSTARDELLA dove tutti possono gustarla nelle ricette più originali.

 

Storia
L'Origine di questo antico salume locale è da ricollegarsi alla secolare produzione di insaccati nell'Altavallepolcevera.
Si tratta infatti di un prodotto derivato o per meglio dire complementare al più famoso salame di Sant'Olcese.
Ciò è dimostrato dal fatto che come il salame essa veniva prodotta esclusivamente nel periodo invernale e dalla sua composizione esclusiva di carne bovina.
La mostardella veniva confezionata (come lo è tutt'oggi) utilizzando le parti di carne meno fini e più filacciose che non servivano per la produzione del salame. Ad esse veniva aggiunta inoltre una parte di lardo suino, ed il tutto insaccato in budella naturali di bovino adulto.
Le sue proporzioni ridotte, la sua freschezza e la sua particolare composizione, ne fanno un "reperto archeologico" della cucina ligure.
Per le sue caratteristiche ed il suo costo inferiore essa viene denominata "il Salame di Poveri", essendo infatti parte integrante della dieta della famiglie contadine della Vallepolcevera e del popolo genovese.